
Nel tempo delle baby gang, della criminalità giovanile che occupa sempre più spesso le pagine di cronaca e di un’emergenza educativa che sembra aver raggiunto proporzioni allarmanti, cresce il senso di smarrimento di genitori, insegnanti ed educatori. Di fronte a comportamenti violenti, disagio diffuso e percorsi di vita segnati da fragilità profonde, una domanda attraversa il cuore e la mente di chi è chiamato a educare: è ancora possibile costruire un rapporto di fiducia con le nuove generazioni?
A questo interrogativo ha dato voce e profondità don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano e fondatore della Comunità Kayròs, intervenuto a IUSTO in occasione del Christmas Party. Un incontro che ha rappresentato non solo un momento di riflessione in vista delle festività natalizie, ma anche un’occasione significativa per interrogarsi sul senso e sulle responsabilità dell’educazione oggi.
Nel suo intervento – che riprende i temi del suo ultimo libro – don Claudio ha sottolineato come la risposta al disagio e alla criminalità giovanile non possa essere affidata esclusivamente a un inasprimento delle leggi o a misure repressive, ma richieda piuttosto un investimento serio e continuativo in opportunità educative reali, capaci di offrire ai ragazzi alternative concrete e percorsi di crescita autentici.
Attraverso il racconto delle storie dei giovani incontrati nel suo servizio pastorale e educativo, l’autore accompagna il lettore e l’ascoltatore in un cammino complesso, imprevedibile e talvolta rischioso: quello della fiducia. Una fiducia che non è ingenua né cieca, ma che nasce dall’incontro, dall’ascolto e dalla capacità di riconoscere in ogni ragazzo una possibilità di cambiamento, anche quando tutto sembra suggerire il contrario.
Le esperienze narrate da don Claudio mostrano come la relazione educativa, quando è fondata sulla responsabilità e sulla presenza, possa diventare uno spazio in cui i giovani riscoprono il proprio valore e la possibilità di un futuro diverso. In questo senso, la fiducia si rivela non solo come una scelta educativa, ma come l’unico terreno capace di generare speranza, restituendo dignità e prospettiva a chi vive ai margini.
L’incontro ha offerto alla comunità accademica di IUSTO – studenti, docenti e personale – l’opportunità di una riflessione profonda e condivisa sul ruolo dell’educazione nel contesto sociale attuale. Un richiamo forte alla responsabilità di credere ancora nei giovani, di non rinunciare al compito educativo e di continuare a investire in relazioni capaci di trasformare le fragilità in risorse.
Un messaggio che, nel tempo dell’incertezza e della paura, invita a scegliere il coraggio della fiducia come via possibile per costruire futuro.