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La guerra, la lezione non imparata. Ma la speranza resta.

“La guerra è la lezione che i popoli non imparano mai abbastanza.”

Questa frase racchiude una verità amara: la storia dell’umanità è costellata di conflitti che, pur devastando vite, città e sogni, non hanno mai impedito che nuovi scontri sorgessero. Ogni generazione sembra dover toccare con mano la tragedia che quella precedente aveva già vissuto.

Eppure, proprio in questo paradosso nasce la possibilità di speranza.

La lezione che ancora non impariamo del tutto non riguarda solo l’orrore della guerra, ma anche la forza della pace.

La speranza non è ingenuità: è un atto di coraggio. È la voce delle madri che chiedono un futuro diverso per i propri figli, dei giovani che non vogliono più vivere sotto le bombe, delle comunità che, anche nelle situazioni più drammatiche, trovano il modo di aiutarsi a vicenda.

Se i popoli non imparano mai abbastanza dalla guerra, allora possiamo ribaltare il senso: forse la lezione da imparare non è tanto quella del dolore, ma quella della resilienza e della possibilità di cambiare rotta. La pace non è un’utopia irraggiungibile, ma un cammino fatto di piccoli gesti quotidiani, di educazione, di memoria condivisa.

La guerra ci insegna che l’odio e l’indifferenza possono distruggere tutto in un attimo. La speranza ci insegna che l’amore, la solidarietà e la cooperazione possono ricostruire anche ciò che sembrava perduto.

E allora sì, i popoli forse non imparano mai abbastanza. Ma c’è sempre una nuova generazione pronta a tentare, a credere, a seminare pace dove altri hanno seminato guerra.

"Mai più la guerra, mai più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell'intera umanità" - Papa Paolo VI tenne un discorso storico contro la guerra all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 4 ottobre 1965, in occasione del ventennale dell'ONU

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