Presentazione
Il corso di perfezionamento nasce dalla domanda che emerge nei differenti contesti educativi rivolti a ragazzi e giovani che abitano gli ambienti delle Opere Salesiane del Piemonte. Sono almeno tre i vertici da cui muove la domanda: anzitutto gli Educatori già attivi e formati che operano sul campo che portano in valore una esperienza dinamica e costante, ma sono oggi in tensione verso talune forme di complessità che si presentano nella pratica non facili da affrontare; il mondo della ricerca e della alta formazione (Facoltà Teologica e IUSTO) che, sollecitati da nuove intuizioni di natura interdisciplinare e piste di ricerca in campi emergenti (neuroscienze, intelligenza artificiale, intercultura) intende portare nella formazione elementi concreti e fondati per affrontare con innovazione e sufficiente sicurezza domande esistenziali e metodologie educative al passo con le trasformazioni sociali in corso; la realtà sociale composta da adulti genitori e minori portatori di desiderio e talenti ma anche dispersi nella entropia culturale contemporanea che invade anche i sistemi educativi e formativi.
Una tale finalità formativa non pretende di raggiungere un esatto menù di temi e di relative competenze degli educatori attivi, ma produrre una nuova conoscenza che posizioni con maggiore precisione un insieme di temi da sviluppare con continuità e non una frammentazione di prassi e teorie disorganiche; una conoscenza che deriva dal processo stesso di interazione prolungata tra docenti, educatori e destinatari delle opere educative stesse. Certamente alcune competenze potranno essere identificate, definite, costruite ma un vero risultato sarà la nascita di una Community di Educatori Attivi e di Esperti che continui a generare pedagogia viva nelle opere stesse.
L’obiettivo generale del corso è creare un set di temi, di concetti, di risorse scientifiche, di linguaggio comune condiviso tra Educatori Attivi, Professori ed esperti dei due Istituti universitari coinvolti, Operatori Pastorali che possa alimentare la Comunità Educante attiva nelle Opere Educative.
Obiettivi specifici:
- ciascuno dove è favorire un agire educativo fondato e consentire la adesione a una Community (o Comunità di pratiche) più ampia;
- partendo dalle competenze già presenti negli educatori, definire e costruire (bildung) un supplemento sia di contenuti tecnici contestualizzati (competenze di base e tecnico-professionali) che di motivazione e scopo (competenze trasversali);
- incrementare la postura professionale di ogni singolo educatore che favorisca una distintiva legittimazione nei contesti educativi prossimi o di provenienza dei destinatari. Consentire la azione trasformativa intra ed extra che le Opere Educative richiedono in questo momento storico.
Risultati di apprendimento. Al termine del corso il partecipante saprà:
- connettere in modo virtuoso contenuti diversificati che giungono dalle Scienze Umane, dalla Teologia, dalla Pastorale e dalla Dottrina Sociale della Chiesa;
- partecipare e alimentare una comunità di professionisti di natura interdisciplinare alfine di migliorare la riflessione pedagogica e la azione educativa nei differenti contesti;
- migliorare l’efficacia nella azione educativa verso ragazzi, i giovani e le loro famiglie. Efficacia che sia di matrice professionale (misurabile) e non solo di matrice animativa (riconoscibile ma non misurabile);
- comunicare la intenzionalità di un progetto educativo verso tutti gli stakeholders al fine di aumentare la innovazione, la sostenibilità e l’impatto sociale;
- sperimentare esperienze di lavoro educativo e sociale “con” e non “su” i destinatari. Attraverso una competenza dialogica costruire integrazione tra le Comunità Educanti Salesiane e la più ampia Comunità Educante Territoriale. Vivere con efficacia la diversità che può emergere in tale sfida a vantaggio dei destinatari che attraversano spazi multipli.
Metodologia didattica
La metodologia didattica sceglie alcune dei modelli in uso nella formazione degli adulti che riscuotono maggiore successo in questo momento storico.
Metodologia circolare
Da un punto di vista della architettura formativa è possibile riprendere alcuni modelli che insistono sul processo in tre fasi di molte azioni trasformative. Il primo è riconducibile agli “Episodi di Apprendimento Situato - EAS” ideato da Piercesare Rivoltella (2013) e sperimentato da almeno 10 anni in contesti di educazione formale e informale. In realtà la radice di EAS è rintracciabile nei contributi del New London Group (UCL) diretto da Dyane Laudrillard, che ricordiamo per il suo testo “Education at design”. L’ipotesi è che nel campo della complessità degli apprendimenti e in questo caso delle componenti motivazionali-relazionali-comunicative dei formatori e dei loro destinatari non funzioni un approccio eterodiretto, ma si debba costruire insieme il contenuto.
Lo schema di riferimento è il seguente: EAS > Framework Azione didattico/formativa
- Momento preparatorio. Designed (risorse disponibili). Problem solving. Fare esperienza, concettualizzare, analizzare;
- Momento operatorio. Designing (montaggio e smontaggio). Learning by doing. Analizzare, applicare;
- Momento ristrutturativo. Redesigned (debriefing e riflessione). Reflective learning. Discutere, pubblicare.
Si potrà dire che non siamo nel campo degli apprendimenti o della scuola, ma questa formazione attiva risulta efficace in organizzazioni già performanti che intendono migliorare la loro efficacia.
Un altro modello che affonda le sue trame in un trittico simile è riconducibile a J.M. Monteil (1985). Il processo formativo, inteso come strumento d’innovazione, quando si realizza modifica la struttura cognitiva del soggetto, i suoi metodi e la sua cultura (valori).
Se questi tre livelli fossero governati dalle stesse leggi il processo formativo si potrebbe controllare in modo relativamente semplice. Tuttavia, nella realtà, i tre livelli cambiano secondo principi diversi (Palmonari, 1996), anche se integrabili.
Livelli di formazione e di cambiamento. J.-M. Monteil identifica tre sistemi formativi in ognuno dei quali circola un tipo particolare di “sapere” ed è finalizzato al raggiungimento di un certo risultato.
- Il primo sistema è definito sistema finalizzato preprogrammato (S1). Esso ha come obiettivo la trasmissione/ripetizione di informazioni già programmate.
- Il secondo sistema è definito sistema finalizzato divergente (S2). Esso è tipicamente rappresentato da un “gruppo di discussione” differenziato, costituito, cioè da un insieme di individui con vissuti, riferimenti, rappresentazioni, preferenze nettamente differenti i quali si confrontano.
- Il terzo sistema è definito sistema finalizzato contrattuale (S3). Abbiamo visto che il sistema finalizzato divergente consente, attraverso il confronto, per evolvere e non ripiegarsi su se stessi, di potersi attualizzare in una forma organizzata di sapere, si potrebbe anche dire di nuova cultura personale.
L’insistenza sul metodo didattico è posta come valore aggiunto del corso, ovvero trasferire ai partecipanti competenze metodologiche necessarie per operare in campo educativo e formativo, verso destinatari giovani e adulti (Formazione Formatori).