La storia dell’Opera Salesiana Rebaudengo

Nel 1928 il conte Eugenio Rebaudengo acquista il terreno su cui dovrà essere edificato l’Istituto Salesiano che nasce con il compito di istruire professionalmente giovani missionari salesiani non sacerdoti. Il progetto è affidato all’architetto salesiano Giulio Vellotti che ha terminato da poco la chiesa di S. Rita. Il 10 giugno 1929 viene posta la prima pietra;

L'istituto del Rebaudengo è stato un dono del Conte Eugenio Rebaudengo, senatore del Regno, cooperatore salesiano e grande ammiratore delle opere di Don Bosco. La prima pietra fu posta nell'anno della Beatificazione di Don Bosco (1929). Il 4 ottobre del 1930, con l'edificio ancora in costruzione, iniziano i corsi professionali con 58 ragazzi. Sono ragazzi provenienti da famiglie di modeste condizioni economiche, che desiderano essere inseriti nel mondo del lavoro come “buoni cittadini e cristiani impegnati”. Il 10 aprile 1934 si inaugura l’Istituto: sono presenti le autorità e la principessa Maria Adelaide di Savoia. Nell’Istituto subito si instaura anche l’oratorio e dal 1939 si organizzano corsi di formazione professionale secondo le esigenze occupazionali del tempo: tipografia, falegnameria, sartoria, calzature e meccanica.

Nel promuovere la costruzione dell'Istituto, i superiori - interpellati dalle tante richieste di personale, soprattutto tecnico-professionale - avevano in mente di dare una sede appropriata alla qualificazione professionale (magistero) dei confratelli laici (coadiutori), per la loro formazione salesiana, missionaria e professionale.

È sembrato naturale accogliere anche ragazzi orientati alla vita religiosa come salesiani aspiranti. Essi, mentre venivano preparati all'apprendimento di un mestiere, come meccanici, calzolai, sarti e falegnami, venivano invitati a studiare la propria vocazione alla vita consacrata.

I salesiani coadiutori, formati al Rebaudengo si recarono in tutto il mondo aprendo scuole professionali e potenziando quelle già esistenti. I centri di formazione professionale da loro fondati, sono ancora oggi modello nel preparare i giovani al lavoro e all'impegno cristiano sociale e civico.

Con l'evolversi della situazione socio-culturale venne meno l'esigenza di un aspirantato per i ragazzi e in seguito anche del magistero professionale. Invece, la struttura, le macchine e le attrezzature, così come la ricchezza didattica e l'esperienza del personale docente hanno suggerito di aprirsi maggiormente al territorio avviando un Centro di Formazione Professionale per i giovani della città e dei paesi vicini, i cui corsi sono sovvenzionati in parte dal Ministero del lavoro e successivamente dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino.

Contemporaneamente, le attività dell'Opera si estendono anche ad altri settori: le principali tappe di questa espansione possono essere scandite dalle seguenti date:
1937: Iniziano alcuni corsi di Filosofia, che saranno poi riconosciuti come Facoltà Universitaria, il Pontificio Ateneo Salesiano (oggi UPS, Università Pontificia Salesiana). In seguito vengono erette in facoltà altre specializzazioni: Pedagogia, Psicologia, Scienze Sociali, Diritto Canonico, che saranno poi trasferite a Roma nel 1958.
1948: Inizia la sua attività il Centro Salesiano d'Orientamento (CSO), denominato poi COSPES.
1955: Viene aperto il Centro di Addestramento Professionale (CAP), con corsi serali.
1966: Iniziano anche le scuole superiori con l'Istituto Tecnico serale, che rimane a servizio dei giovani salesiani e laici fino al 1982.
1967: Iniziano i corsi diurni del Centro di Formazione Professionale (CFP). L'anno seguente il CFP diventa l'attività centrale diurna del Rebaudengo.
1979: Dalla torretta dell'istituto inizia la radiodiffusione della nostra emittente Radio Incontri. Essa si unirà poi alla radio diocesana, Radio Proposta e ne assumerà il nome. (Dal 2003 estende le frequenze di Prima Radio Asti)
1989: Viene aperta la Residenza per studenti universitari per accogliere i giovani delle facoltà torinesi, lontani dalle proprie famiglie.
1995: Hanno inizio i corsi rivolti agli adulti disoccupati ed i giovani della fascia del disagio giovanile.

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